Gli Ulma – un segno dei tempi per il mondo moderno
.In occasione del processo di beatificazione di Józef e Wiktoria Ulma e dei loro sette figli, sono sorte alcune domande. Perché solo ora si ricorda e si fa riferimento al martirio di una famiglia polacca e agli atteggiamenti evangelici con cui hanno vissuto? Perché solo dopo diversi decenni il caso della morte degli Ulma è diventato oggetto di maggiore preoccupazione per la Chiesa e di sforzi per elevarli agli altari?
Le risposte a queste domande sono probabilmente molteplici. Alcuni faranno riferimento al contesto storico, altri a quello geopolitico. Per il credente, l’argomento più importante è certamente quello della fede e del suo incoraggiamento a leggere i segni dei tempi e la guida provvidenziale dell’uomo contemporaneo da parte di Dio stesso. Dio infatti istruisce, ammonisce e ispira attraverso eventi che devono essere “letti” nel contesto della storia della salvezza in cui la nostra vita attuale e il mondo moderno sono inseriti. Dio non tace sul destino storico del mondo. Al contrario, attraverso eventi, persone, ispirazioni – ci dà indizi sul mondo contemporaneo, che per molti aspetti è in crisi. Anche senza un’analisi sociologica dettagliata, possiamo vedere il caos assiologico, il dramma delle famiglie che si disintegrano o sono schiave delle dipendenze, i crescenti conflitti culturali o internazionali, la mancanza di rispetto per la vita umana. Tornare indietro dal percorso che ha portato alla crisi o addirittura al tramonto della civiltà europea occidentale sembra un’impresa difficile, ma non impossibile. Le vie per rilanciare il mondo possono essere una riflessione più approfondita sulla famiglia e varie misure educative e giuridiche volte al suo rinnovamento e alla sua valorizzazione nelle molteplici discussioni sociali. Sono le famiglie basate sul solido fondamento della fede, della speranza e dell’amore che sono in grado di influenzare l’attenuazione dei problemi contemporanei.
Cento anni fa, il santo polacco Józef Sebastian Pelczar, vedendo i problemi del mondo che lo circondava, indicò un modo importante per risollevare la società del suo tempo: valorizzare la famiglia. In una lettera pastorale del 1920, scrisse che “la famiglia è, per così dire, un tempio vivente, è la prima scuola di vita. La famiglia è uno dei fondamenti su cui si regge l’edificio della società”. Ha anche incoraggiato “tutte le famiglie cattoliche a consacrarsi al Sacro Cuore di Gesù, con la convinzione che se la consacrazione è sincera, efficace e duratura, cioè se tutti i membri della famiglia vivono una vita divina, osservano fedelmente i comandamenti divini ed ecclesiastici, e soprattutto se i genitori educano i figli in modo veramente cattolico, tutti riceveranno dal Cuore di Gesù abbondanti grazie, soprattutto aiuto nelle lotte della vita, consolazione nelle sofferenze, protezione nell’orfanità, speranza nella morte e salvezza nell’eternità”.
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È presumibile che sulle pareti della casa di Józef e Wiktoria Ulma, secondo le usanze dell’epoca, fosse visibile un’immagine del Sacro Cuore di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria. La famiglia crebbe così in un’atmosfera di fede, speranza e amore. Seguendo l’esempio del Signore Gesù, il cui Cuore è aperto a tutti gli uomini, i Servi di Dio accolsero i compagni ebrei in difficoltà. Questo atto eroico, plasmato da un’educazione basata sul messaggio evangelico del Samaritano misericordioso, portò loro conseguenze drammatiche da parte degli occupanti tedeschi. L’amore che trae origine dal Cuore di Gesù superò le paure e le angosce e diede l’inizio a una “nuova vita”.
Secondo il processo di beatificazione, i genitori, insieme ai loro figli, utilizzarono i mezzi generalmente disponibili, offerti dalla Chiesa cattolica, per condurre una vita religiosa. Tra l’altro, si sono distinti per la consultazione di numerose pubblicazioni religiose, lo studio approfondito dei testi della Sacra Scrittura e il ricorso alla vita sacramentale.
Papa Francesco, durante l’udienza generale del 28 novembre 2018, ha incoraggiato: “Che questa estesa Famiglia di Servi di Dio in attesa di beatificazione sia un esempio per tutti di fedeltà a Dio e ai suoi comandamenti, di amore per il prossimo e di rispetto per la dignità umana”. Vivere secondo i principi dati dalla rivelazione di Dio, osservare i comandamenti del Decalogo e il comandamento dell’amore per il prossimo porta all’apertura del cuore, soprattutto verso i rifiutati, i disprezzati, i malati.
Guardando alla famiglia Ulma, “santi nella normalità”, leggiamo la loro vita in chiave di segno dei tempi e di una sorta di messaggio di speranza per il mondo moderno. La loro vita familiare, arricchita dalla grazia di Dio, segnata da amore, gioia, serenità, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza e autocontrollo (cfr. Gal 5,22-23), è oggi un incoraggiamento per ciascuno di noi, nel perseguire la propria vocazione di vita, apparentemente grigia, tipica, modello, a sforzarsi di realizzare la vocazione universale alla santità.
La famiglia di Józef e Wiktoria Ulma ispira l’uomo contemporaneo all’apertura alla comunità e al ruolo della famiglia intesa come unione di un uomo e una donna basata sul sacramento del matrimonio. Insegna l’apertura e il rispetto verso la vita sempre accettata come un dono, anche in condizioni storiche o economiche difficili. Józef e Wiktoria Ulma, nonostante la guerra, le condizioni difficili e le limitate opportunità di migliorare la loro condizione materiale, hanno cercato di garantire ai loro figli condizioni di vita dignitose, insegnando loro a lavorare e a trarre gioia di vivere da ciò che avevano e da ciò che condividevano con gli altri. Si rendevano conto che la terra era una madre nutrice, che forniva cibo per loro e per coloro che aspettavano il pane guadagnato dal contadino polacco. Amavano la terra polacca. Entrambi i coniugi erano aperti a nuove iniziative sociali e religioso-culturali. Questo atteggiamento incoraggia il nostro impegno verso la comunità locale in cui viviamo e verso le iniziative che costruiscono i cittadini della nostra patria.
.Menzionando il “discorso” di Dio radicato in un tempo e in una storia specifici, la Chiesa, attraverso l’atto di beatificazione della famiglia Ulma, vuole leggere e trasmettere la “voce” di Dio chiaramente interpretata e incoraggiarci a riflettere sulle nostre famiglie. Con e attraverso la famiglia, vissuta secondo i modelli evangelici, avviene un’autentica trasformazione interiore dell’essere umano, finalizzata di conseguenza alla trasformazione degli ambienti di lavoro, delle comunità locali, della nazione. La famiglia dei futuri Beati rimane un esempio eccezionale di questo.