Artur SZKLENER: Chopin universale

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Artur SZKLENER

Direttore dell'Istituto Nazionale Fryderyk Chopin.

Il giorno in cui sono stati annunciati i risultati del precedente Concorso Chopin, nel 2015, la parola chiave “Chopin” è stata cercata più spesso di “shopping” sui motori di ricerca asiatici. Il giorno dell’annuncio dei risultati nel 2021 – le registrazioni del concorso sono state viste quasi 3 milioni di volte

Quando, a metà degli anni ’20, Jerzy Żurawlew, pianista, compositore e pedagogo polacco, divenuto poi rettore del Conservatorio di Varsavia, si trovava su un treno e ascoltava una vivace discussione tra giovani sulle competizioni sportive, gli venne un’idea insolita per l’epoca: unire le emozioni della competizione alla musica classica, o più precisamente alle opere di Fryderyk Chopin. È così che nacque uno dei più importanti eventi pianistici del mondo: il Concorso Pianistico Internazionale Fryderyk Chopin di Varsavia.

Fin dalla prima edizione, il concorso ebbe diversi obiettivi importanti. L’idea di base era quella di promuovere l’intera opera di Chopin, in particolare le sue opere tarde e le grandi forme come le sonate, gli scherzi e le ballate. A quel tempo, erano conosciute principalmente le sue composizioni liriche; in molti Paesi era associato quasi esclusivamente alla musica da salotto, e le sue opere più innovative non erano comprese e spesso venivano criticate per essere bizzarre o addirittura morbose. Il secondo obiettivo del concorso era quello di attingere dalle fonti originali della musica di Chopin e, come risultato, iniziò il lavoro su una nuova edizione delle sue opere complete, curata da Ludwik Bronarski e Józef Turczyński, e firmata da Ignacy Jan Paderewski stesso. A tutt’oggi l’edizione di Paderewski è la più popolare al mondo, anche se da anni è disponibile una nuova edizione nazionale a cura di Jan Ekier. La ricerca degli spartiti originali doveva liberare le esecuzioni della musica di Chopin dalle interpretazioni piuttosto libere prevalenti all’epoca. Un altro obiettivo era quello di suscitare l’interesse del grande pubblico per la musica classica e di creare a Varsavia una sorta di giochi d’arte internazionale, riunendo musicisti e amanti della musica di tutto il mondo.

E bisogna ammettere che la formula utilizzata si rivelò particolarmente efficace e senza tempo, e gli effetti superarono le più audaci aspettative degli iniziatori. Anche se il primo concorso dovette essere rimandato a causa delle difficoltà nel raccogliere fondi nella rinata Polonia e fu finalmente organizzato nel 1927, con i partecipanti che si esercitavano in case private poiché gli organizzatori non erano in grado di fornire un numero sufficiente di pianoforti, divenne così popolare che già il secondo concorso, organizzato cinque anni dopo, attirò 200 partecipanti da tutto il mondo. Soprattutto nella seconda metà del XX secolo, il Concorso Chopin produsse pianisti di fama mondiale. Maurizio Pollini, Martha Argerich, Garrick Ohlsson o Krystian Zimerman sono musicisti simbolo, ambasciatori dello chopinismo e leggende del pianoforte, artisti che costruiscono il prestigio dell’evento di Varsavia. Ma anche i “grandi perdenti”, come Vladimir Ashkenazi o Ivo Pogorelić, contribuivano al prestigio del concorso.

Dal 2010, il 200° anniversario della nascita di Chopin, il concorso è organizzato dall’Istituto Fryderyk Chopin di Varsavia, un’istituzione creata dal Parlamento polacco per proteggere e coltivare l’eredità del compositore polacco. Già nel 2010, tutte le audizioni furono trasmesse in streaming online e il pubblico di tutto il mondo poté discutere in diretta online. Da allora, i progressi tecnologici e la diffusa disponibilità di dispositivi che ricevono lo streaming hanno aumentato l’interesse e la portata di ordini di grandezza. Gli specialisti parlano di miliardi di accessi alle informazioni sul concorso nel mondo; solo in Polonia questa cifra è stimata a 250 milioni. La diversificazione dei media sta facendo il conto, ma i rappresentanti di Google – partner del concorso – dicono che esso è l’evento più popolare nel suo genere nel mondo. Solo su YouTube e solo durante il concorso, la musica di Chopin è stata ascoltata per 7,2 milioni di ore e la frequenza dei commenti ha raggiunto i 1300 al minuto. Le audizioni erano anche disponibili via radio, televisione, app per cellulari, smart TV, servizi asiatici, ecc. Attraverso tutti questi media, Chopin ha collegato il pubblico dal Giappone agli Stati Uniti.

La cosa più importante è che per tre settimane, in ottobre, abbiamo potuto ascoltare con attenzione le eccellenti esecuzioni di questa musica brillante: dal vivo, sul palco, con il pubblico al completo. Nonostante il pieno rispetto del rigore sanitario, la pandemia sembrava dimenticata. E questa è forse la costatazione più importante: Il Concorso Chopin a Varsavia ci ha ricordato quanto sia importante per noi vivere l’arte insieme – eseguita dal vivo, sul palco, con la partecipazione del pubblico.

Artur Szklener

Materiale protetto da copyright. Ulteriore distribuzione solo su autorizzazione dell'editore. 29/01/2022