Mateusz MORAWIECKI: Abbiamo bisogno dell’unità in Europa

Abbiamo bisogno dell’unità in Europa

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Mateusz MORAWIECKI

Primo Ministro della Repubblica di Polonia.

Ryc.Fabien Clairefond

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Per il terzo anno, stiamo combattendo una battaglia estremamente difficile contro una pandemia e una crisi economica e, proprio in questo momento, stiamo ricevendo un ulteriore colpo dal nostro vicino orientale. Vladimir Putin sta giocando sulle debolezze e sulle crisi europee con cinica precisione.

.L’Europa si trova oggi sull’orlo della guerra. Il conflitto armato non è più uno scenario improbabile. È diventato una possibilità reale. Per molte generazioni di giovani polacchi ed europei, lo scoppio della guerra non è mai stato una prospettiva così vicina. Per anni, l’Occidente ha voluto credere che il XXI secolo sarebbe stato libero da conflitti. Tuttavia gli ultimi anni hanno fornito ampie prove che l’atteggiamento aggressivo della Russia, tra gli altri in Georgia e in Ucraina, non è un’illusione, ma il presagio di un nuovo capitolo nella storia del mondo occidentale.

La Russia sta tentando, una volta ancora, di violare l’integrità territoriale dell’Ucraina. Mettere in discussione i confini di uno Stato sovrano significa una cosa sola: un attacco alla pace europea. Il mondo che conosciamo così bene, il mondo dei valori europei, della libertà, della democrazia e della prosperità, è stato preso di mira dai leader e dai militari russi. In gioco non c’è solo il futuro dell’Ucraina, ma anche la sicurezza e lo sviluppo delle economie europee. Questa più grande crisi politica dalla fine della guerra fredda sfida le regole che la comunità euro-atlantica ha adottato dopo il 1989.

Un esame di coscienza

.Oggi dovremmo guardare la verità in faccia. La minaccia russa alla pace è cresciuta di anno in anno, con un atteggiamento passivo di gran parte delle forze politiche europee. Molti leader non hanno avuto né il coraggio né la determinazione di tagliare i loro legami commerciali con il Cremlino. È un cappio che si è stretto nel tempo intorno al collo dell’Europa e non quello di Mosca. Decidere di fare affari poco chiari con un regime che non ha arretrato davanti alla guerra con i Paesi più piccoli, a omicidi politici, a operazioni dei servizi segreti effettuate sul territorio degli Stati membri dell’Unione Europea, non può essere definito solamente miopia. È un atto consapevole di cinismo politico.

Un atto che sta costando sempre di più all’Europa: ci stiamo perdendo non solo economicamente, per esempio con i prezzi elevati delle bollette del gas causati dalla politica del ricatto, ma anche politicamente. Nel 2021 Gazprom ha aumentato le esportazioni di gas in Cina e Turchia. Nel frattempo ha sensibilmente ridotto le forniture all’Europa. Le esportazioni verso i clienti europei sono state di 10 miliardi di m3 in meno rispetto all’anno prima e di 27 miliardi di m3 in meno rispetto al 2019. Questo aggravamento artificiale della crisi energetica è un ricatto per forzare il lancio di Nord Stream 2. Il prezzo di questo errore non lo pagano coloro che hanno firmato l’accordo, ma i comuni cittadini europei.

La politica della Russia, in tutta la sua follia, è tremendamente razionale. Per il terzo anno, stiamo combattendo una battaglia estremamente difficile contro pandemia e crisi economica e, proprio in questo momento, stiamo ricevendo un ulteriore colpo dal nostro vicino orientale. Vladimir Putin sta giocando sulle debolezze e sulle crisi europee con cinica precisione. Sfortunatamente, gran parte dell’élite europea si è specializzata nel mettere le bende sugli occhi che la proteggono dalla luminosità delle risorgenti ambizioni imperialiste della Russia.

La lista di leader e dirigenti politici che hanno scelto i rubli russi e una carriera nelle aziende del Cremlino provoca il mal di testa. Conosciamo tutti il caso di Gerhard Schröder, che ha scambiato la sua carriera politica con i guadagni nelle compagnie energetiche russe. Ma il suo caso è solo la punta dell’iceberg. La lunga lista di collaboratori di Gazprom, Lukoil, Rosneft e delle società che costruiscono Nord Stream 2 include ex cancellieri, primi ministri, capi delle diplomazie, consiglieri presidenziali e ministri.

I difensori di questo atteggiamento possono parlare di libero mercato e della libertà di intraprendere nuovi lavori dopo aver compiuto la missione pubblica. Tuttavia, queste persone non si sono trovate lì per caso. Le loro conoscenze e competenze sono diventate strumenti nelle mani del Cremlino. Dopotutto, come capi di Stato e leader di Stati, hanno co-progettato la politica energetica, economica e di sicurezza europea. Avevano accesso a dati segreti e a materiali dei servizi segreti. Hanno preso decisioni strategiche che hanno determinato il futuro delle società, dell’UE e della NATO. Bisogna dirlo chiaramente: la Russia ha molti dei suoi cavalli di Troia in Europa.

La dimensione geopolitica di NS2

.Le intenzioni di Mosca non dovrebbero più suscitare dubbi. Già lo scorso luglio Vladimir Putin aveva pubblicato un articolo sulle relazioni storiche tra Russia e Ucraina. La sua tesi principale è la convinzione che non esiste una nazione ucraina separata e che gli ucraini fanno parte di una “nazione rutena”, in cui i russi hanno un ruolo dominante. Secondo Putin, l’Ucraina è parte inseparabile del mondo russo. Costruire l’indipendenza e un’identità separata diventa invece, in quest’ottica, non solo un errore, ma addirittura una provocazione. Per Vladimir Putin non c’è spazio per un’Ucraina libera e indipendente. Questo significa che la Russia di Putin non ha nemmeno rispetto per la pace e per il diritto internazionale. L’obiettivo di Putin sembra chiaro: far sì che l’Occidente rinunci a sostenere l’Ucraina e la lasci alla mercé della Russia.

Il gasdotto NS2 dimostra che lo scenario di Putin ha i suoi sostenitori in Europa. Questo progetto, suicida per la politica energetica europea, getta un’ombra sulla politica tedesca. Permetterà a Gazprom di controllare il flusso di gas in Europa, rendendo le forniture dipendenti dalle decisioni politiche. È un progetto inaccettabile non solo dal punto di vista geopolitico, ma anche economico. Già oggi si può vedere che la Russia sta riducendo drasticamente il transito della materia prima fornita dai condotti esistenti. Solo una piccola parte della capacità disponibile scorre attraverso l’Ucraina e, inoltre, Gazprom non sta riservando la capacità del gasdotto Yamal. Il monopolio energetico diventa così un monopolio per decidere della sovranità dell’Ucraina.

L’Europa ha bisogno di unità

.Di fronte alla minaccia russa, sono necessarie solidarietà e cooperazione di tutto il continente. L’Europa e i suoi partner transatlantici dovrebbero trattare gli eventi sul confine orientale dell’Unione europea come – forse l’ultimo – avvertimento. Gli strumenti più efficaci che l’Europa, insieme agli Stati Uniti, può mettere sul tavolo dei negoziati sono le potenziali sanzioni economiche e una ferma presa di posizione per bloccare la realizzazione del progetto NS2. Questa è la voce non solo della Polonia e dei Paesi dell’Europa centrale. In questi giorni importanti, abbiamo bisogno di una vera leadership che ci tolga l’ansia e rimetta l’Europa sulla strada della sicurezza e dello sviluppo.

Mateusz Morawiecki

Materiale protetto da copyright. Ulteriore distribuzione solo su autorizzazione dell'editore. 11/02/2022