
Il polacco che ci aprì gli occhi
In realtà fu lui che, con la sua stessa presenza, affrontò ciò che lo storico François Furet chiamava “il fascino universale dell’Ottobre”.

Il mio Paese, la Francia, impiegò molto tempo per comprendere il comunismo. Più di altri paesi occidentali, tranne forse l’Italia.
Negli anni Settanta l’intellighenzia francese era ancora fortemente marxista o filomarxista, ed il Partito Comunista (PC) aveva una forte posizione. Si era spesso sentito dire che L’Archipelago GULag fu in realtà scritto dalla CIA…
Le ragioni di ciò sono da ricercare nella storia. Persino i cristiani – e chissà se furono maggiormente loro – difesero il marxismo, credendo che il totalitarismo fosse un’invenzione di “anticomunisti accaniti”. Abbiamo avuto anche molti giornalisti noti, che nei più grandi giornali difesero Pol Pot…
Eleggere un polacco a papa fu come un fulmine a ciel sereno. Credo che sia stato in gran parte Giovanni Paolo II ad aprire gli occhi dei miei connazionali sulla realtà del comunismo. Era convincente in quanto a tal riguardo non parlò mai come un leader di partito, un ideologo o un agitatore.
La voce di Giovanni Paolo II era la voce di un saggio che aveva sofferto molto lui stesso e che guardava alle cose di questo mondo con pazienza e prudenza. Ed in questo modo estremamente calmo additava il totalitarismo come nemico.
Penso che gli intellettuali francesi che professavano l’ideologia marxista abbiano capito la realtà essendo influenzati piuttosto dall’atteggiamento di Giovanni Paolo II che dagli argomenti razionali (gli ideologi, del resto, sono restii a qualsiasi logica). Siamo rimasti tutti colpiti dal suo pellegrinaggio in Polonia. Abbiamo sentito la sofferenza fisica di questa società che era stata privata della sua libertà e che attendeva la liberazione. E per questo voglio ringraziarlo prima di tutto. Parlò con altrettanta cautela delle questioni europee, svolgendo un ruolo molto importante nella costruzione di un’Europa comune.
In realtà fu lui che, con la sua stessa presenza, affrontò ciò che lo storico François Furet chiamava “il fascino universale dell’Ottobre”.
Chantal Delsol
